SCOLLINANDO PER LE LANGHE IN AUTUNNO
Un viaggio sensoriale tra le colline langarole nella stagione in cui tutto cambia. Un percorso straordinario alla scoperta dei colori, degli odori, dei sapori, dei rumori di questo territorio piemontese. Per continuare ad emozionarsi durante il periodo di transizione più interessante dell’anno
DICI LANGHE E DICI VINO
Distese di vigne in filari accuratamente organizzati ornano a perdita d’occhio le colline comprese tra le provincie di Cuneo ed Asti, interrotte soltanto da borghi, casali, torri e castelli medioevali. Scollinare tranquilli tra queste vigne è un’esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita, perché la sensazione unica di trovarsi immersi in un ordinatissimo mare di filari è straordinariamente emozionante. Provateci in autunno.

EMOZIONARSI CON I RICORDI
Langa. E’ un territorio che conosco bene, d’altra parte qui nei dintorni sono nati mia mamma e mio papà, ed è ovvio che io mi ritenga una piemontese Doc. Nella mia testa, dal punto di vista paesaggistico, ho sempre fatto un po’ combaciare Langhe, Roero, Monferrato e Astigiano, e in effetti gli scenari che si presentano tra i confini di queste diverse zone, sono naturalmente armonizzati.
Gli spettacoli naturali langaroli che si possono ammirare, presentano un equilibrio e una continuità tali che non a caso sono stati riconosciuti nel 2014 come parte integrante del Patrimonio Mondiale dall’UNESCO.

In autunno le scene che ci offrono i filari, è impagabile. Il periodo è di transizione: siamo infatti nel momento della vendemmia, anche se tra le viti di uva più tardiva si riescono ancora a scorgere gli ultimi grappoli contornati dai colori rossastri, giallastri e verdastri delle foglie oramai in procinto di cadere. Ma c’è di più. Perché è proprio adesso che si possono osservare gli uomini e le donne al lavoro mentre vendemmiano, i trattori rombanti su e giù per i pendii e i mucchi di cassette piene di questi meravigliosi frutti pronti per essere caricati e condotti alla pigiatura.
I colori dell’autunno accompagnano questi rumori e questi movimenti frenetici come deliziose note musicali che riesci non solo a sentire, ma anche osservare, toccare, odorare, assaggiare: e ti fa subito venir voglia di visitare qualche cantina per assaggiare un buon vino. O anche più di uno.
Il territorio della Langa dà vita a molti vitigni tra i quali, tanto per citarne qualcuno, ci sono senz’altro nebbiolo, barbera, dolcetto, arneis, nascetta, moscato, utilizzati per produrre gli omonimi vini.
Fin da piccola ho sentito parlare della produzione vitivinicola della zona e delle varie etichette più o meno famose che producono ed esportano vini riconosciuti tra i più importanti del mondo.
Io però sono un’appassionata di bollicine. Quindi ovunque mi rechi, sono sempre alla ricerca degli spumanti locali, e qui se ne possono trovare di davvero ottimi. In questi territori infatti è nato il progetto Alta Langa Docg: spumante brut del Piemonte metodo classico bianco o rosé fatto di uve Pinot Nero e Chardonnay in purezza o in concomitanza.
E L’OCCHIO SI PERDE
Io lo considero un grandissimo privilegio poter gironzolare su e giù per le colline langarole a piedi, in macchina, in bici: ad ogni nuovo passo o chilometro si possono ammirare i piccoli borghi dove il tempo sembra essersi fermato.
In un battito di ciglia ci si ritrova in un mondo passato, circondati da strade ciottolate, terrazzamenti, piazze, e ci si perde in ogni particolare.
Un po’ ovunque sembrano riaffiorare, per farsi ammirare, dettagli di un tempo lontano, oramai un po’ dimenticato…da noi. Perché chi vive qui, invece sa molto bene cosa significhino il tempo oramai trascorso e tutto ciò che ha resistito fino ad oggi: storia, cultura, costruzioni, tradizioni.
E questa consapevolezza fa sì che in queste zone si lotti per conservare molto bene l’eredità passata, anzi si continui a migliorarla, valorizzarla e sfruttarla in maniera sostenibile.
Il lavoro qui è duro, non conosce stagioni e spesso nemmeno le feste, come ci ha confessato un’operatrice del settore vitivinicolo che abbiamo incontrato durante una degustazione, ma è appagante. Nulla è affidato al caso, ma è frutto di conoscenze e specializzazioni serie, e il risultato per chi come noi viene a visitare la zona è chiaro. La natura inoltre fa la sua parte, e i tramonti qui sono spettacolari.
CONSIGLIO GENUINO
Credo che questi presupposti bastino per far venire la voglia di fare almeno un giro da queste parti.
Su ruote o a piedi, in bici, in gruppo o da soli, uno scollinamento in Langa è sempre molto piacevole. Ogni stagione ha i suoi frutti. E l’autunno è stagione di frutti preziosi non solo per la salute del corpo ma anche per la mente. Portano con sé i colori caldi e avvolgenti tipici di questo periodo: il giallo e il rosso delle mele, il marrone delle castagne, l’arancione dei cachi, il viola dell’uva, l’amaranto della melagrana. Sono i toni rassicuranti che ci confortano proprio nel momento in cui il sole non scalda più così tanto e l’aria briosa ci ricorda che le sere si fanno via via più fresche.
Le conoscenze sulla natura e i segreti di questo periodo dell’anno sono parte integrante del contesto contadino langarolo. E vi assicuro che qui alcuni di questi segreti sono alla portata di tutti. Si possono assaporare con soddisfazione in un buon bicchiere di vino e in un piatto di agnolotti del plin. Proprio come li faceva mia mamma.
Text and images by Orietta Renaudo, oct 2020