LA CITTA’ CHE NON TI ASPETTI: SOTTO LA NEVE

DUE PASSI SOTTO LA NEVE IN UNA PICCOLA CITTA’. GLI SCORCI CHE NORMALMENTE CI LASCIANO INDIFFERENTI. LA VITA CHE CONTINUA SOTTO LA COLTRE BIANCA. PER ABITUARCI A PRESTARE ATTENZIONE AI PARTICOLARI. PER UNA RIFLESSIONE IN PIU’

Stamattina mi sono svegliata e appena affacciata alla finestra ho visto la neve. Stanotte ha finalmente iniziato a nevicare anche qui a Susa. I fiocchi hanno dolcemente ammantato la nostra piccola città, che essendo ai piedi delle montagne, dovrebbe essere abituata a questo evento. In realtà negli ultimi anni non è che abbia nevicato così tanto qui da noi, quindi ogni volta che succede per me è una festa. Io adoro questa stagione e adoro la neve. Potrei dire che è la mia stagione preferita anche se chi ha letto altri miei articoli sa che alla fine le stagioni sono tutte le mie preferite. Sì perché io provo meraviglia in qualunque momento dell’anno. Dopo cinquant’anni resto ancora incantata ogni volta che la natura e il tempo si manifestano nella loro strabiliante essenza, e provo delle sensazioni fortissime quando mi lascio trasportare dai miei sentimenti.

In questo periodo di lockdown dove non possiamo muoverci e viaggiare nella maniera standard, e chissà per quanto non lo potremo fare, ho pensato di vivere il momento della spesa quotidiana come una specie di escursione, provando a gioire dello spettacolo offertomi da ciò che circonda la mia abitazione. Provando su noi stessi quante sono le variabili che possono incidere sulle nostre vite, sono sempre più convinta che bisogna andare avanti con fiducia nel futuro. L’importante è avere, accanto alla fortuna ovviamente, la capacità di adattarsi e plasmarsi in ogni situazione. La mente aperta e le capacità di adattamento sono quelle che ci salvano sempre.

Tornando alla mia idea, o per lo meno a quella attuale, oggi ho deciso di concentrarmi sugli scorci che normalmente ci circondano e che tendiamo a lasciarci un po’ alle spalle. Un po’ perché siamo abituati ad attraversarli senza grossa attenzione e un po’ perché non li troviamo più interessanti.

Appena uscita di casa non ho potuto fare a meno di notare il fiume Dora che scorre proprio parallelo alla mia abitazione. Sono abituata ad avere il fiume così vicino. Lo sento scorrere fresco e potente tutti i giorni e oramai non ci faccio nemmeno tanto più caso tranne in certi periodi quando purtroppo lo trovo fastidioso. Questo accade quando aumenta la sua portata e la sua velocità diventando molto rumoroso, soprattutto di notte quando il suo rombo continuo spacca il silenzio. Ma ciò non toglie che fa parte della mia vita quotidiana. Ebbene, osservandolo sotto alla neve vi garantisco che lo spettacolo è fantastico.

I colori che prevalgono e si vedono davanti ad un fiume sotto alla neve sono colori freddi e nitidi. Il bianco della neve si alterna in maniera stupendamente equilibrata con il grigio-blu profondo e scuro dell’acqua che continua imperterrita a scorrere, intervallata solo dai massi che creano il letto, non troppo profondo al momento. E con il giallo delle foglie. E’ bello perdersi in questo movimento che inneggia allo scorrere non solo dell’acqua ma anche del tempo e delle cose che comunque non si fermano mai. In certi attimi, non fosse per la temperatura gelida, ti viene pure una strana voglia di tuffarti dentro e gioire dell’acqua pulita e trasparente. Ma queste sono solo sensazioni personali. Ognuno con le sue, tutte assolutamente vere e rispettabili. La realtà dei fatti è l’incantevole paesaggio e gli stupendi scorci che si creano sopra e attorno all’acqua battuta dalla neve. Degni di ogni miglior fotografo e scatto. I miei sono fatti con il cellulare e non sono per niente una professionista, ma credo rendano lo stesso l’idea.

M sono poi concentrata su tutti quei particolari strutturali di una città che non si notano così di frequente, ma che sotto ad una coltre bianca tirano fuori la loro personalità. Mi riferisco agli accessori stradali di arredo urbano quali ad esempio panchine, panettoni di cemento, isole ecologiche e non solo, che sono lì intorno a noi e ci osservano silenziosi giorno dopo giorno senza che noi ce ne rendiamo conto ma che fanno parte della nostra quotidianità. Ecco allora che una panchina qualunque si trasforma in una splendida seduta gelata, che nella bella stagione e sotto al sole ha accolto nelle sue braccia migliaia di cittadini che su di lei si sono riposati, si sono raccontati e si sono anche scambiati effusioni romantiche. Adesso è lì che si fa ammirare nella sua essenza. Sembra lei a riposarsi sotto alla neve, in attesa di accogliere ancora tanti bei ricordi. E in questo candore bianco sono riuscita a vedere tutti i colori del cartello “vernice fresca” apposto educatamente sulla ringhiera del ponte sulla Dora che fino a ieri credevo fosse scritto troppo chiaro e un po’ scolorito: in realtà è un arcobaleno di colori che adesso è diventato visibile.

E come loro anche le piccole edicole religiose e i cartelli stradali e i ruderi abbandonati delle case vecchie. Tutti rivelano particolari di colore, quasi a ricordarci della vita che gli scorre ancora accanto. E sono bellissimi a mio parere.

E poi ancora i deliziosi particolari delle abitazioni. Forse li abbiamo notati in passato ma in maniera distratta e senza soffermarci sopra più di tanto. Ebbene, oggi sono lì e si mostrano sotto al gelo in tutta la loro sostanza essenziale. E io mi fermerei minuti interminabili a studiarli e ad ammirarli alla ricerca di ogni sfumatura.

L’uccellino finto dentro alla lanterna che sembra finalmente prendere vita pronto per piccare il volo, i barbecue gialli e rossi che sembrano emanare profumo di grigliata e un buddha in silenziosa meditazione. Non sembra avere freddo sotto questa soave e glaciale calma bianca.

Ma se vogliamo proprio trovare un angolo dove la neve riesce a dare il meglio di sé, è sicuramente sugli alberi e sui fiori. Qui la magia è spettacolare. Se già l’autunno ha tinto in maniera superlativa ogni foglia, ogni ramo e ogni fiore, ora la neve sta fissando in maniera indelebile tutti i colori. Sembra che il gelo stia cristallizzando queste tinte per potercele donare ad ogni sguardo, ad ogni occhiata, ad ogni vista. I rossi, i gialli, i verdi, i marroni: brillano nel bianco candido.

La natura non è morta ma è sospesa in un lungo sonno, si sta riposando, si sta rigenerando. Non oppone resistenza alla neve e al gelo perché sa che grazie ad essi avverranno le meravigliose trasformazioni ed evoluzioni delle prossime stagioni: senza tutto ciò non avremmo la splendida primavera e di conseguenza la stupenda estate. E la neve che tutto ammanta nella sua dimensione glaciale, ci sta dicendo che sarà così anche il prossimo anno.

Al termine del mio piccolo giro ho deciso di scrivere tutto nell’articolo. Ed eccolo qui tutte le mie impressioni. Rientrata a casa mi sono anche soffermata sul mio giardino e i suoi cambiamenti. E assieme al piccolo ciliegio che adesso è tutto giallo, mi sono meravigliata ancora una volta quando ho dato uno sguardo alle mie roselline. Siamo a pochi giorni dal Natale e loro sono ancora lì fiorite belle e continuano a vivere. Me le ha regalate Luca ad una festa della mamma di un paio di anni fa. Erano piccolissime e adesso si sono trasformate in un bel cespuglio rigoglioso. Le adoro. Anche loro stamattina sono ricoperte di soffice e candida neve. Sono lì a ricordarmi quanto sia tutto così bello attorno e che se anche noi smettessimo di vivere le nostre traversie non saremmo più capaci di godere delle nostre rivincite.

CONSIGLIO GENUINO

Il consiglio di oggi è quello di non fermarsi mai. Il viaggio non è solo lontano o chissà dove. Il viaggio è intorno a noi. Il viaggio siamo noi. E scoprire angoli spettacolari a casa nostra è un viaggio molto facile che possiamo fare in qualunque momento.

Text and images by Orietta Renaudo, dic 2020

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