PATENTE NAUTICA

In occasione delle vacanze al mare abbiamo spesso noleggiato un gommone per navigare e passare delle belle giornate in qualche caletta meno frequentata. E’ possibile noleggiare natanti da condurre senza patente, ma sono piccoli e poco potenti. Io sono nato al mare e il mio desiderio è sempre stato quello di poterne noleggiare di più grandi e potenti, per potersi allontanare di più e navigare in modo più sostenuto. Per questo tipo di gommoni o barche però, è necessaria la patente nautica. Mi sono riproposto di prendere questa patente molte volte nella mia vita, ma vuoi perché passava il momento o perché gli impegni famigliari e il lavoro hanno sempre avuto la precedenza, ho rimandato all’infinito fino all’estate seguente dove la voglia ritornava e io la lasciavo passare senza concludere niente.

Ebbene, ci ha pensato la Ori! Mi ha fatto la sorpresa e per il mio compleanno mi ha regalato la tanto desiderata iscrizione al corso teorico e pratico per conseguire la famigerata patente nautica entro le 12 miglia dalla costa, presso il Centro Velico Avigliana del lago grande di Avigliana in provincia di Torino.

INIZIA L’AVVENTURA

Sembra facile: intanto devi entrare nell’ordine di idee che si ritorna a studiare, che ci sarà un esame di teoria con i famigerati 20 quiz a risposta multipla con un massimo di 3 errori, una prova di carteggio che precede i quiz nella quale devi dimostrare di saper calcolare rotta, consumi di carburante, velocità e tempi di navigazione e calcolare il punto nave ovvero sapere dove sei mentre navighi e chiaramente una prova pratica. Ma ci sta, in fondo devi diventare comandante e imparare a condurre un natante vero e proprio al largo e in tutta sicurezza.

Purtroppo proprio quest’anno a causa della pandemia le lezioni teoriche sono state tutte on-line. 8 lezioni di 2 ore ciascuna grazie alle quali ho incominciato a prendere dimestichezza con la terminologia marinaresca e approfondendo il tutto studiando sul libro di testo. Gli argomenti di studio sono ovviamente molto specifici quindi l’impegno è notevole: devi leggere, ripetere memorizzare, ascoltare la lezione on line, fare i calcoli e iniziare a cimentarti con i quiz ministeriali che sono 1152. Un bell’impegno considerato che devi anche continuare con la tua normale vita e andare al lavoro. E sono anni che non studi più così seriamente!

Nel frattempo si iniziano a fare le lezioni pratiche, al lago e con una bella barca elettrica. Avendo già condotto dei gommoni non è stato difficile, anzi  mi è servito moltissimo per correggere alcuni errori che ho spesso compiuto in passato. Le manovre fondamentali da imparare sono il recupero dell’uomo in mare compiendo la “manovra di Williamson”, prendere il gavitello ovvero una sorta di boa con forma a doppio cono utilizzata per ormeggiare piccole imbarcazioni poco distanti dalla riva e compiere un perfetto attracco al molo. Direi tutto sommato di essere stato bravo e di aver imparato bene.

L’ESAME

Fatto tutto ciò è arrivato il bello, e sono stato convocato per l’esame di teoria. Bello carico e pronto mi sono recato alla motorizzazione civile di Torino con tutto il necessario: gomma, squadretta, compasso, calcolatrice e purtroppo anche la matita. E vi spiego subito perché purtroppo. Infatti, dopo aver espletato le attività di controllo temperatura, disinfezione delle mani, appello e spiegazione di come comportarsi durante la prova, ho iniziato la prova di carteggio della durata di 15 minuti.

Preso dall’emozione e da un po’ di ansia, ho svolto tutti i calcoli, svolto il problema e scritto tutto con la famigerata matita senza poi ricalcare tutto con la penna a sfera come indicato dagli esaminatori. Risultato: calcoli e svolgimento perfetti ma esclusione dall’esame per utilizzo della matita. Bella stupidaggine ho fatto e non posso nemmeno prendermela con qualcuno se non con me stesso. Purtroppo se non passi la prova di carteggio devi automaticamente ridare l’esame. Per fortuna ti danno due tentativi. Alla seconda devi farcela assolutamente altrimenti devi rifare tutto dall’inizio compreso iscrizione, spese eccetera.

Dopo qualche giorno per fare sbollire la rabbia, ricomincio a studiare: carteggio, quiz, quiz, carteggio e ancora quiz fino allo sfinimento. E finalmente seconda convocazione arrivata! Ritorno alla motorizzazione civile e stavolta mi accompagna la Ori che per tutto il viaggio non fa che ripetere “stai attento, concentrato e non usare la matita”.

Una volta al mio banco inizia l’esame. Riparto dal carteggio e stavolta scrivo tutti i dati e i calcoli a penna. Mi sembra di fare tutto bene, sono il primo a finire e per fortuna stavolta tutto va per il meglio e sono ammesso al quiz. Prima di crocettare le risposte per non sbagliare leggo e rileggo almeno tre volte tutti i quiz e anche stavolta consegno per primo. Risultato: ho risposto esattamente a 19 domande quindi promosso. Un bel sollievo, ve lo assicuro.

A questo punto non mi resta che prenotare un’ultima lezione di pratica per ripassare bene tutte le manovre ed essere convocato per la prova pratica. Mi sento abbastanza tranquillo ma, sperimentato personalmente che qualche stupidaggine si può sempre fare, cerco di essere super concentrato. Anche la mattina della pratica Ori è venuta con me, per farmi foto e video ovviamente. La giornata è freddina e l’attesa del mio turno è stata lunghissima: 3 ore di ansia dopo le quali sono salito a bordo della barca convinto, ho recuperato l’uomo in mare, ho preso il gavitello, ho eseguito le manovre come richiesto e fatto un attracco perfetto al molo. Prova superata. Dopo tanto impegno e ansia finalmente mi viene consegnata l’agognata patente nautica entro le 12 miglia.

Mi hanno chiesto se voglio fare l’integrazione oltre le 12 miglia oppure per la barca a vela, ma direi che per il momento va bene così. In fondo, finalmente sono diventato Comandante.

CONSIGLIO GENUINO

Anche se l’iscrizione non è proprio economica, l’esperienza è veramente bella. Chi ama andare per mare, se già non l’ha fatto, prendere la patente nautica sarà una bella avventura.

Come suggerito dalla Ori per i regali di Natale originali o altre occasioni, donare a chi ami la possibilità di fare un corso di questo genere, è una bella idea, considerato che tutta la famiglia ne potrà poi beneficiare.

Dal lato puramente pratico, il mio suggerimento è di non prendere il tutto sotto gamba ma di studiare veramente bene e tanto. Fare molta attenzione il giorno dell’esame e concentrarsi sulla prova di carteggio che è fondamentale per diventare capitano: senza averla superata non si può accedere ai quiz.

E per quanto riguarda le lezioni pratiche, meglio una in più così da apprendere bene tutte le manovre fondamentali per una navigazione sicura.

Buona navigazione a tutti!

Text by Antonio Gibilisco, gen 2020

Images by Orietta Renaudo, gen 2020

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