L’OMAN E IL SUO DESERTO: RUB-AL-KHALI IL QUARTO VUOTO

UN OCEANO DI SABBIA. MONTAGNE RUSSE DI PUREZZA E LIBERTA’. UN’AVVENTURA IN FUORISTRADA. UNA NOTTE MAGICA. IL PRIVILEGIO DELLA MEDITAZIONE IN NATURA. GLI INCONTRI SINGOLARI TRA LE DUNE

IL DESERTO DELLE MERAVIGLIE

Durante il nostro viaggio in Oman, abbiamo visto tante delle meraviglie di questa parte di penisola arabica. La più immensa di tutte è senza dubbio il deserto che copre ben l’80% del sultanato: Rub-Al-Khali è il suo nome ed è il più grande deserto di sabbia del mondo.

Le sue dune sono un continuum di saliscendi di sabbia color rosso arancio proveniente dall’Arabia Saudita, miracolo della natura da ammirare nel suo silenzio pieno di significato. La sabbia vola via dalla superficie delle dune ma la loro forma rimane pressoché intatta grazie all’umidità che proviene dalle zone costiere. Dune che arrivano a misurare anche 300 metri di altezza e che corrono in lungo e in largo. Il panorama lascia senza fiato soprattutto se si pensa che segna i confini con lo Yemen, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.

Viene detto il Quarto Vuoto poiché secondo il Corano rappresenta la quarta parte dell’universo assieme al mare, al cielo e alla terra, rimasta vuota così come deciso da Allah. Il clima qui è piuttosto arido, con scarse precipitazioni e un’umidità soprattutto nei primi mesi dell’anno. Le temperature in estate possono raggiungere anche i 50°C mentre in inverno non superano i 15°C. Le escursioni termiche giorno notte sono piuttosto ampie.

La parte settentrionale del deserto, appena usciti da Muscat, è il Wahiba Sands. Qui le sue dune rosse ci ammaliano a 360°, in un turbinio di sensazioni sferzate da folate di vento caldo che ne cambiano apparentemente l’aspetto anche se in realtà restano piuttosto compatte. Ad ogni passo e ad ogni colpo d’occhio ci sembra di essere in un posto nuovo e la mente è libera di spaziare in un infinito sconosciuto.

Iniziando la traversata verso sud ci si addentra nell’impenetrabile Rub-al-Khali, e qui duna dopo duna gli immensi paesaggi solitari e silenziosi cambiano e diventano più chiari, pur mantenendo sempre la specifica ombreggiatura aranciata data dalla presenza del feldspato. Anche se si pensa di essersi già abituati alla vista delle dune del Wahiba Sands, appena saliti sul nuovo tappeto sabbioso tutti i riferimenti si perdono ancora e ancora, mentre la luce e il suono del Quarto Vuoto si fanno sempre più pressanti, in un vortice ipnotico dal quale non ci si vorrebbe più allontanare.

Noi ci siamo recati nell’immensità di questa meraviglia con il fuoristrada e la guida esperta, la quale ci ha raccontato i miti e le leggende di questo stupendo mondo. L’ambiente e la magia fanno si che ci si immedesimi così tanto quasi da diventare un tutt’uno con il territorio, e, anche se non così consigliato, la voglia di camminare liberi sulla sabbia calda e morbida senza scarpe e calze non si fa attendere: una sensazione che non si potrà più dimenticare.

IL DESERTO E’ INCONTRI

Si calcola che 5.000 o 6.000 anni fa nel Rub-al-Khali c’erano dei laghi poco profondi che ospitavano animali come ippopotami e bufali d’acqua. I resti di questi laghi hanno probabilmente dato origine agli immensi spazi interdunali che si possono percorrere con i mezzi. E oggi durante le escursioni non è raro fare degli incontri interessanti e del tutto inusuali per noi: gli orici arabi, le volpi, i cammelli arabi e i grossi insetti, senza contare i piccoli roditori, gli scorpioncini e i ragni. E chissà quanti altri animali vivono liberi in questo immenso territorio, così grande che forse solo cammelli che girano indisturbati sono in grado di mappare.

IL DESERTO E’ NATURA VIVA

Data la sua area di oltre 650.000 chilometri quadrati e le sue estreme caratteristiche fisiche, il Rub-al-Khali è ancora molto inesplorato e disabitato. Nonostante le alte temperature comunque si possono ammirare arbusti e piante tipo succulente che, distribuite un po’ ovunque, resistono al suo clima solo apparentemente inospitale.

Il deserto è terra di contrasti spettacolari che lasciano senza fiato, soprattutto con l’avvicinarsi della sera. Se di giorno si naviga tra le dune con la sensazione di purezza e di libertà, di notte si è esattamente a metà tra il cielo e la terra: è difficile scegliere tra l’oceano di stelle e l’oceano di sabbia che ci abbracciano. La sensazione è di euforia mista a smarrimento: un mix inebriante di emozioni da mille e una notte.

Si può decidere di trascorrere la notte all’avventura con le guide in tenda oppure nei campi più attrezzati. La scelta è personale, ma direi che l’importante è di trascorrerci almeno una notte, perché ci dà la possibilità di ammirare il deserto da un altro punto di vista. E comunque assistere ad un tramonto in terra arabica è un privilegio da concedersi assolutamente, almeno una volta nella vita.

CONSIGLIO GENUINO

Noi abbiamo dormito in uno dei campi attrezzati appositamente per i turisti con tende e bungalow. La notte nel deserto è frescolina, molto diversa dal giorno. Ovunque è un brulicare di piccoli animali che si spostano nell’ombra alla ricerca di cibo, e il vento sposta grandi quantità di sabbia. Nei campi di sera si può assistere a performance musicali molto interessanti e sorseggiare il te da accompagnare ai datteri della penisola araba: gustosissimi. Non è facile dormire in un contesto come questo perché il richiamo della natura e delle luci che trapuntano il cielo è fortissimo. La passeggiata al buio è d’obbligo. La pace e il silenzio che accompagnano sono ineguagliabili. Ma si ha anche voglia di andare a dormire perché l’alba arrivi in fretta. Perché anche l’alba che fa capolino dalle dune è superba. Ed è l’inizio di un nuovo magico giorno in terre arabe.

Text and images by Orietta Renaudo, nov 2020

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